PRIMO PREMIO

La Pianta del mondo – Stefano Mancuso

All’inizio di ogni storia c’è una pianta.
Dalla vita su questo pianeta alla voce di un violino, dal futuro delle città alla risoluzione di crimini efferati, all’inizio di ogni storia c’è sempre una pianta.
Della maggior parte di esse si è persa memoria. Altre storie, invece, hanno avuto un destino diverso perché legate a persone o avvenimenti che hanno colpito l’immaginazione umana. Questo libro ne racconta alcune.

SECONDO PREMIO

Se l’acqua ride – Paolo Malaguti

«Poche cose restavano chiare, nella sua mente: che Pellestrina è un’isola magnifica. Che il mare ti entra dentro piú dei fiumi. Che, soprattutto, non avrebbe mai fatto altro nella vita: il barcaro era l’arte per la quale sentiva di essere nato».

Sulla corrente dei fiumi nulla cambia mai davvero. Al timone degli affusolati burchi dal fondo piatto, da sempre i barcari trasportano merci lungo la rete di acque che si snoda da Cremona a Trieste, da Ferrara a Treviso. Quando Ganbeto sale come mozzo sulla Teresina del nonno Caronte, l’estate si fa epica e avventurosa. Sono i ruggenti anni ’60, nelle case entrano il bagno e la televisione in bianco e nero, Carosello e il maestro Manzi. I trasporti viaggiano sempre piú via terra, e i pochi burchi che ancora resistono, per ostinazione oltre che per profitto, preferiscono la sicurezza del motore ai ritmi lenti delle correnti e delle maree. Quello del barcaro è un mestiere antico, ma l’acqua non dà certezze, e molti uomini sono costretti a impiegarsi come operai nelle grandi fabbriche. A bordo della Teresina, Ganbeto si sente invincibile. Gli attracchi, le osterie, le burrasche, il mare e la laguna, le campane di piazza San Marco, i coloriti modi di dire di Caronte e i suoi cappelli estrosi, le ragazze che s’incontrano lungo le rotte. Presto, però, non potrà piú far finta di niente, lui che ha un piede nel vecchio e uno nel nuovo dovrà imparare la lezione piú dolorosa di tutte: per crescere bisogna sempre lasciare indietro qualcosa.

TERZO PREMIO

La casa del cedro – Monica Pais

Una grande casa nel cuore di Orosei, sulla costa orientale della Sardegna. Un cortile con un enorme cedro carico di nidi, un pollaio dove giocare, un frantoio abitato dai gatti, una soffitta piena di rondini, una finestra da cui spiare il viavai di gechi e fantasmi nelle notti estive. Questi gli ingredienti delle estati agrodolci che Monica trascorreva «in vacanza forzata» al mare, da bambina. Ultima di tre figli, a sette anni non capiva perché i genitori decidessero di lasciarla dagli zii da giugno a settembre, tanto lontana dalla loro casa di Oristano. Ma poi il posto era bellissimo e incantato e c’era sempre tanto da fare: infastidire il vecchio asino bisbetico, andare al trotto sul fiume con uno dei mansueti cavalli da tiro della fattoria, sfamare nidiate di micini e trascorrere infiniti pomeriggi storditi dal sole, a guardare le lucertole o salvare i topini dalle trappole di zia Gesuina. E c’era il mare da navigare ed esplorare, selvaggio e trasparente, luogo di portentosi incontri: guizzanti delfini, tartarughe palustri intraviste a pelo d’acqua, seppiette combattive e branchi argentei di pescetti. 

Quel che Monica non sapeva è che il suo abbandono estivo corrispondeva al calvario di Isa, la sorella maggiore amatissima e malata. Mentre lei, piccola «orfana estiva» di madre e padre, viveva tre estati indimenticabili immersa in uno stato di ribellione e perfetta comunione con la Natura, la sua famiglia attraversava un guado doloroso che avrebbe trasformato ogni cosa. 

Colmo degli echi magici di un mondo perduto e incantato, La casa del cedro è una commovente storia ecologista, di formazione e amore.

MENZIONE SPECIALE

Le regole del cammino – Antonio Polito

«Spesso nella vita di tutti i giorni ci aggiriamo senza una meta. Da troppo tempo lo fa l’Italia: pensiamo di stare andando avanti, e invece giriamo intorno, senza più qualcuno che studi le mappe, cerchi indicazioni, tenga la bussola in mano e l’orecchio teso. Forse ci serve proprio una guida, un vademecum di consigli, un manuale di istruzioni per costruire l’Italia che sarà.»

«D’ora in poi niente per noi sarà più una passeggiata.» Se mettersi in cammino è da sempre sinonimo di ricerca del senso dell’esistenza, ancor più oggi uscire dai propri confini, fisici e mentali, è la precondizione per ritrovare se stessi e l’importanza della comunità. Raccontando incontri, incidenti e scoperte, l’autore ci accompagna in un viaggio a più dimensioni che si intrecciano a ogni passo. Quella materiale, sul Cammino di san Benedetto, da Norcia a Montecassino, nell’Italia dei borghi e dei paesi, solo apparentemente minore. Quella spirituale, alla ricerca dei valori alla base dell’Europa cristiana che affondano le loro radici nell’esperienza delle comunità monastiche, per interrogarci sul rapporto con le cose che ci appartengono (la casa, le memorie) e con quelle che abbiamo solo in custodia e che richiedono le nostre cure (la natura, la terra). La dimensione pubblica, infine, per ripensare il ruolo della politica e delle classi dirigenti alla guida del paese e rimettere al centro le responsabilità verso chi ci vive accanto, il delicato equilibrio tra libertà individuale e benessere comune, la frugalità come leva di crescita, la leggerezza come condizione di progresso, la fratellanza come riscoperta dell’altro. Una traccia di rigenerazione personale e collettiva, per trasformare un’esperienza fatta di e con i sensi in una nuova capacità di scorgere il senso, il significato e la direzione del nostro camminare, «a un ritmo diverso, meno frenetico, con un passo più lieve, la mente più sgombra, più in pace con se stessi e perciò più utili agli altri».